Promozione - 16 marzo 2018, 15:07

Le donne nel calcio. Cinzia Bardelli: "Il calcio per me è una vera e propria malattia"

La presidentessa del Borzoli ammette: "Ci sono ancora tanti pregiudizi di questo mondo nei confronti del sesso femminile"

Le donne nel calcio. Cinzia Bardelli: "Il calcio per me è una vera e propria malattia"

Un'altra grande donna nel mondo del calcio ligure è sicuramente Cinzia Bardelli, presidente del Borzoli.

Presidente del sodalizio gialloblù dal settembre 2009, è nel mondo del calcio dal 1999, quando entrò nella stessa società in compagnia del marito, Sebastiano Sciortino, oggi alla Sestrese, come responsabile amministrativa.

“La passione per il calcio ce l'ho da sempre – racconta Cinzia- fin da quando ero piccolina. Ho sempre amato calcio e boxe, e sono da sempre tifosa della Sampdoria”.

Tutto iniziò nel 1999:

“Siamo entrati insieme io e mio marito, il Borzoli aveva bisogno sostegno, e siccome siamo sempre stati ammalati calcio, ci siamo tuffati in questa avventura. Fino al 2009 ho ricoperto un incarico amministrativo, dal 2009 sono diventato presidente, non me la sono sentita di abbandonare i colori gialloblù quando mio marito passò alla Sestrese”.

Qual è il momento più bello che ti ricordi alla guida del Borzoli?

“La vittoria del campionato di Prima, quando abbiamo ottenuto una storica promozione in... Promozione, dopo anni di altalena fra la prima e la seconda categoria, anni fatti di alterne fortune”.

Tanti i mister passati sotto la presidenza Bardelli:

“Il primo fu Gianni Siri, poi Nico Messina, quindi Roberto Varlani, Aldo Repetto, Davide Palermo, Gianni Baldi e oggi Alessandro Mancini, che ha iniziato con me ad allenare nel 1999, quell'anno seguiva la leva 1986. Ho avuto un buon rapporto con tutti, anche se quello che è rimasto di più prima come mister poi come dirigente è stato Varlani”.

Com si sta a essere donna nel mondo del calcio?

“Pensavo fosse più semplice, come fosse un altro ambito di lavoro, invece ahimè ci sono ancora tanti pregiudizi, tanti ti chiedono ancora cosa ci faccia una donna nel calcio. Ma io non rispondo e vado avanti, errori se ne fanno tanti, ma io tiro dritto...”

Hai mai avuto voglia di mollare?

“Le difficoltà economiche sono sempre maggiori, spesso mi chiedo ma chi me lo fa fare, lo dico sinceramente, ma direi che ciò che mi spinge è un malsano orgoglio, una vera e propria malattia che è il calcio, per i colori gialloblù. Il buon Carlo Ottonello, storico dirigente del Borzoli, mi aveva avvisato che sarebbe diventato una malattia”.

Qualcosa o qualcuno ti è rimasto nel cuore?

“Tante squadre o annate particolarmente felici o anche semplicemente emozionanti, non necessariamente le vittoria ma anche qualche salvezza sofferta...”

Un giocatore a cui sei rimasta affezionata?

“Ti faccio il nome di un portiere, Ivan Di Gennaro, pensate che lui aveva iniziato a fare ginnastica artistica, poi si è ritrovato a fare il portiere, era un vero e proprio gatto fra i pali, pazzo come tutti i portieri che hanno difeso la nostra porta nel corso degli anni....”


PDP

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