Serie A - 19 giugno 2018, 19:38

L'INTERVISTA - I 60 anni di "Spigoli": il mondo Ultras visto da uno dei precursori

Enzo Tirotta gli ha fatto gli auguri pubblicamente, noi lo abbiamo intervistato. 60 anni di cui 53 al seguito della Samp, con tanti scontri marchiati sulle ossa e una fede incrollabile per i colori blucerchiati.

Spigoli e Tirotta a Bilbao

Spigoli e Tirotta a Bilbao

Oggi “Spigoli” compie 60 anni. Cifra tonda, chissà perché in questi casi viene naturale tirare le somme. Io naturalmente non posso farlo per lui, ma per noi, per la nostra amicizia si. Ci conosciamo da più di 40 anni, abbiamo attraversato insieme i momenti più bui e quelli più belli della storia della Samp e della gradinata Sud. Siamo amici e siamo stati mille volte complici, e questo non ci ha impedito di non essere d'accordo altrettante volte senza che l'amicizia venisse meno. Siamo diversissimi ma forse per questo siamo riusciti ad essere "complementari" in tutti questi anni. Credo che, se la Gradinata Sud si scrive con la maiuscola molto merito è il suo e mi sembra il momento giusto per urlarlo a tutti. Ho sempre detto che siamo stati Doriani alla foce negli anni 60 e 70, quando non era facilissimo esserlo visti i rapporti numerici, evidentemente anche questo ci ha "forgiati" ed uniti per bene. Che dire infine per non essere troppo "melensi": buon compleanno “Spigoli”, grazie per essere stato amico in tutti questi anni, siamo stati ragazzi insieme, siamo diventati adulti insieme e stiamo invecchiando insieme, a sto punto speriamo di continuare a lungo

Enzo Tirotta

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Gli auguri di Buon Compleanno fatti a “Spigoli” su Facebook da parte di Enzo Tirotta ci danno lo spunto per un'intervista ad uno dei capi storici della tifoseria sampdoriana.

“Spigoli”, all'anagrafe Massimo Marcenaro, nasce a Genova il 19 giugno 1958. Ha toccato anche il mondo del calcio dilettanti allenando il Mariscotti in Terza Categoria e le giovanili di Bogliasco, Pieve Ligure e San Michele.

Ma qui naturamente lo intervistiamo come supporter storico della Samp.

“Da ragazzino giocavo nei NAGC della Sampdoria -racconta- poi ho smesso e mi sono dedicato a fare il tifoso a tempo pieno. Prendevo i mezzi, la Sampdoria allora si allenava a Molassana, erano altri tempi e si viveva per la strada. Cosi inizi anche il mio ruolo di supporter”.

Classe 1958, “Spigoli” inizia a frequentare lo stadio a 7 anni:

“Andavamo allo stadio da soli, nei Distinti, trovavamo sempre qualcuno che ci facesse entrare, poi una volta dentro finivi un po' ovunque all'interno dello stadio. I miei primi ricordi vanno a un Sampdoria-Inter 2-2, gol di Delfino di testa sotto l'acqua con Delfino poi portato in trionfo da tifosi e compagni”.

“La passione per la Samp è cresciuta poi negli anni, fummo fra i primi a propagandare il mondo Ultras, di cui ci contendiamo la paternità con i granata. Certo allora il clima era molto diverso, si iniziavano ad organizzare le prime trasferte assieme, erano i primi anni '70, ricordo uno dei primi treni speciali nel 1974, andammo a Roma contro la Lazio che vinceva lo scudetto”.

La prima trasferta?

“Andai da solo, a Torino, era un Juventus-Sampdoria, gol di Causio e Rossinelli, finì 1-1”.

Parlaci del mondo Ultras:

“Era un mondo fatto di tanto tifo, ma fatto anche di tanti scontri, la competizione con le altre tifoserie era all'ordine del giorno, non si scappava mai, anche per quello Enzo Tirotta diceva sempre che io ero il braccio armato. A inizio anni 70, ogni domenica erano botte, ricordo a Verona, andavi nella curva dei veronesi e gli scontri erano una cosa normale...”

Com'era e com'è oggi il mondo Ultras?

“Bisogna averlo vissuto, per poterlo descrivere e capirlo, il mondo ultras oggi per certi versi è uguale, c'è una grande passione alla base che ti porta a viver tutta la settimana a seguito della squadra, a pensare come fare ad organizzare il modo di seguire la squadra, certo una volta c'era più libertà, non avevi il problema dei biglietti nominativi, oggi ci sono un sacco di prescrizioni che hanno precluso la vita di curva, soprattutto in Italia”.

Frequenti ancora lo stadio?

“Si, con Stefano Mancini abbiamo fondato i “Cattivi maestri” con cui frequentiamo ancora la Sud”.

Se ti dico Enzo Tirotta?

“Siamo stati i capi storici del tifo blucerchiato, Enzo è un amico e compagno di tante battaglie, tante decisioni prese insieme, condivido appieno quello che ha scritto su di me e sul nostro rapporto, siamo diversi ma complementari, ne abbiamo passate tante insieme... Nella foto siamo a Bilbao, in una delle trasferte europee”.

Il momento più cruento, gli scontri pià duri?

“Preferisco non parlare dei dettagli, ma Via Fereggiano sicuramente rimane uno dei momenti più intensi della nostra storia di Ultras...”

Il momento più alto della tua Samp?

“Beh, lo scudetto fu un gran momento, ma ricordo tanti momenti belli, anche Wembley pur perdendo la finale di Coppo Campioni fu un giorno molto intenso”.

Il presidente migliore?

“Paolo Mantovani, assolutamente, ho avuto la fortuna di conoscerlo, una persona unica”.

L'allenatore migliore?

“Vujadin Boskov, grande uomo, grande personaggio, sorpassato a livello tattico oggi, ma come gestione del gruppo inimitabile”.

I giocatori migliori?

“Sono affezionato a tutti, chiaro che Vialli e Mancini hanno fatto la storia, ma non dimentico Trevor Francis di cui non ero comunque un grande estimatore o Mauro Ferroni un terzinaccio terribile, ricordo ancora il suo gol in Sampdoria-Juventus del 1982 all'esordio dopo il ritorno in A”.

Sveliamo il motivo del tuo soprannome. Perchè Spigoli?

“Un soprannome che mi porto da bambino, tutti avevano un soprannome a quell'epoca, io secondo un mio amico avevo la testa a spigoli, da li un epiteto che per anni mi porto dietro, ancora adesso chi non mi conosce bene crede che sia il mio cognome....”

Paolo Dellepiane

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