Calcio - 08 agosto 2018, 17:13

COSA FANNO ORA – Domenico Bertorino e la sua passione: “Potrei palleggiare pedalando...”

L'ex allenatore di Cicagna e Caperanese nonché ex giocatore corsaro oggi è il responsabile del settore giovanile del Sestri Levante: “Sto bene qui, ringrazio Risaliti che mi ha scelto, non ho più la testa per allenare. Preferisco andare in bici, mi scarico psicofisicamente...”

COSA FANNO ORA – Domenico Bertorino e la sua passione: “Potrei palleggiare pedalando...”

Domenico Bertorino, 56 anni, oggi è il responsabile del settore giovanile del Sestri Levante. Sa giocatore ha legato proprio al Sestri e al Rapallo i suoi anni migliori, da allenatore lo ricordiamo soprattutto per le grandi cavalcate con Cicagna e Caperanese.

“Oggi ricopro un ruolo completamente nuovo -racconta- diciamo che la mia carriera calcistica ha vissuto varie epoche, prima giocatore, poi allenatore, oggi responsabile dei giovani corsari. Quando sono arrivato, il nostro settore giovanile era praticamente nullo, oggi lo stiamo rimettendo in piedi, spero che fra 4-5 anni raggiungeremo i livelli che ci competono. Oggi abbiamo circa 170 ragazzi, col sintetico speriamo di crescere ancora. Recentemente abbiamo sancito l'affiliazione con il Real Fieschi: collaboreremo con loro per portare con noi i ragazzi più interessanti, quelli in orbita Giovanissimi/Allievi potrebbero essere poi dirottati a Sestri per far parte della Juniores Nazionale”.

Com'è cambiato il calcio oggi rispetto ai tuoi tempi?

“Le società calcistiche devono difendersi dalla Società in senso lato, i ragazzi non giocano più a pallone come una volta, per strada o sui campi dall'una alle 8 di sera, quindi è più difficile scovare talenti. Io ho attraversato tre fasi: quando giocavo avevamo tutti una grande passione, al mille per mille, quello era il calcio vero, con regole, disciplina, fascino. Quando allenavo ho avvertito il passaggio verso il calcio di oggi, che ha perso tanti valori, perchè è cambiato il modo di vivere. Siamo circordati dalla playstation invece che dal Subbuteo. Oggi non alleno più, ma vedo più intensità nel gioco, mentre prima si privilegiavano tecnica, furbizia, mestiere, oggi se non hai intensità non ci stai a certi livelli”.

La zona del Levante genovese è da sempre ricca di squadre e di società ambiziose, a tutti i livelli:

“Vero, è una zona dove c'è ancora molta passione, molto seguito. Noi ad esempio abbiamo una tifoseria che non tutti possono vantare, neanche in categorie superiori. E' questione di passione, ci sono società di altre categorie che non hanno un grosso seguito come il nostro. Noi abbiamo sempre almeno 400 persone a seguire la squadra al Sivori. Ricordo l'anno di Baldini, il Sivori era sempre pieno, quando si vince è più facile coinvolgere altre persone oltre agli storici appassionati”.

Cosa pensi del ritorno di Celestini?

“Celestini è un signor allenatore, sa lavorare coi ragazzi, è competente, ha carisma, ha una grande considerazione dei giovani...”

E' l'anno del centenario, ci sono grandi progetti?

“Il 27 settembre 2019 non è poi cosi lontano. Ci sono una serie di eventi in programma, alcuni top secret, per cui l'ufficio marketing è al lavoro. La Serie C? Una dimensione troppo grande per noi, almeno per ora. La società punta sui giovani, per cui prendiamo quello che viene, poi i risultati vanno ad annate, se indovini 15 giocatori bravi magari ottieni più di quello che ti aspettavi”.

Bertorino giocatore: quali sono i tuoi ricordi più belli?

“A Sestri ho fatto l'esordio in serie D, ma ho buoni ricordi anche a Rapallo dove ho giocato due anni”.

E da allenatore?

“Ricordo soprattutto le vittorie. Quindi dico Cicagna, dove salimmo dalla Seconda in Promozione, e Caperana, dove fummo promossi dalla Prima in Eccellenza...

I giocatori che ricordi con maggiore affetto? I più forti che hai avuto?

“Di Cicagna ricordo soprattutto Musante, Ugo Garbarino, De Ferrari, giocatori d'attacco che rimangono sempre più impressi perchè lasciano il segno. Di Caperana ricordo il gruppo storico che ho allenato anche da altre parti, ovvero Francato, Piropi, Acampora, Latini, Roberto Garbarino, Visioli”.

Fra i tuoi colleghi, quali sono quelli che hanno dato qualcosa di più al calcio ligure?

“Celestini sicuramente ha portato qualcosa di diverso, un'impostazione di lavoro sul campo completamente nuova per la nostra zona. Un altro grande è Dagnino, spero trovi al più presto una sistemazione importante, che meriterebbe sicuramente”.

Oggi la tua nuova passione è la bicicletta:

“Sbagli, la bicicletta è la mia Prima Passione, che già coltivavo quando allenavo. Pedalare mi fa star bene psicofisicamente, il ciclismo è diventato il mio sport, il calcio è un hobby. Diciamo che oggi potrei palleggiare pedalando”.

56 anni, se ti chiamassero di nuovo ad allenare?

“La panchina non mi manca, sono contento di quello che faccio oggi, non avrei la testa giusta per tornare ad allenare. E poi oggi abito in una grande villa, se mi proponessero un attico vista mare ci dovrei pensare. Devo molto a Risaliti che mi ha scelto come responsabile, lavoro con una serie di volontari che si fanno in quattro per il Sestri. Fino al Centenario di sicuro resto qui, poi ne parleremo...”

PDP

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