Con Arjan Bizgjoni, fondatore, allenatore e giocatore dello Janua andiamo alla scoperta della matricola del campionato di Terza Categoria, con 5 vittorie su 6 partite (24 gol fatti e 7 subiti) capolista inaspettata del girone genovese.
Arjan, ti aspettavi di partire cosi?
“No. Ma non sono neanche d'accordo se si parla di “miracolo”, perchè siamo bravi, ci prepariamo da fine agosto, abbiamo lavorato bene bene. Non ero sicuro di cosa potevamo fare perchè non conoscevo il valore degli avversari, ma conoscevo la forza dei miei. Siamo in Terza, ma è davvero un bel campionato, avvicente e competitivo”.
Chi vedi favorito?
“Sicuramente lo Sporting Ketzmaja che ha fatto davvero una bella squadra. Sicuramente il San Pietro che era in Aics con noi, se loro decidono di concentrarsi sono molto forti e molto più esperti di noi... Per il resto, ci sono società molto più antiche di noi, e allenatori più preparati di me, quindi non possiamo far altro che partecipare al banchetto e tirare le somme alla fine”.
Volete vincere il campionato?
“Non voglio svelare le nostre ambizioni, me le tengo per me. Noi non abbiamo storia, siamo appena nati, però possiamo dire la nostra....”
Parlaci di te...
“Sono nato in Albania, a Pogradec (comune al confine con la Macedonia), e sono in Italia da 7 anni, sono arrivato nel 2011, e ho giocato in diverse squadre, fra cui la Genova Calcio. Poi negli ultimi anni mi sono messo “in proprio” e ho giocato e allenato una squadra Uisp a 8, il Sushi Si, che è ancora il nostro sponsor. L'anno scorso ho fondato una squadra a 11 in Aics e abbiamo vinto il campionato... E oggi eccoci qui. Prima di venire in Italia, ho giocato in Grecia a livello di Serie D. Oggi gioco più arretrato, fare l'allenatore e il giocatore è stressante, preferirei avere 10 anni di meno e fare solo il giocatore, ma finchè me la sento di correre giocherò”.
Parlaci della squadra...
“Il Janua l'ho costruito con la maggioranza dei ragazzi che giocavano in Aics con me, altri erano avversari che ho convinto a giocare con noi. A me piace vedere giocare a calcio, far partire l'azione sempre da dietro, ho vietato al portiere di lanciare lungo. Per il resto, con me gioca solo chi si allena. Ho uomini di una certa esperienza come Ilami, Cantoro, Kola, e altri più giovani che possono arrivare in categorie superiori come Baricola, Lulaj, Tani. Una citazione particolare per Cannas che sta facendo qualcosa di straordinario, non è più giovanissimo, ma è in debito con la sorte, ha molta qualità che non è riuscito a esprimere negli anni passati. Il mio obiettivo è far vedere un buon calcio, e invito tutto a venire a vedere giocare il mio Janua”.