Serie B - 18 gennaio 2019, 20:03

IL PERSONAGGIO - Alessandro Bulfoni, a Lecce la Serie B parla genovese

L'ex preparatore di Busalla, Baiardo, Lavagnese e Ligorna, con un passato nelle giovani della Sampdoria con Guido Poggi, da questa stagione è nello staff di Liverani: "Devo tutto a Barbero e Brignardello, ho lavorato anche con Maisano, Dagnino e Monteforte, in B la grossa differenza è sulle qualità muscolari degli atleti".

IL PERSONAGGIO - Alessandro Bulfoni, a Lecce la Serie B parla genovese

Fra le figure più importanti (e meno reclamizzate) di una squadra di calcio c'è quella del preparatore atletico. Lavora dietro le quinte, spesso affianca l'allenatore nelle scelte, lo consiglia, con i giocatori crea un rapporto confidenziale determinante.

Nel calcio professionistico italiano, per la precisione in Serie B, a Lecce, c'è un genovese che sta ottenendo grandi risultati nello staff di Fabio Liverani.

Stiamo parlando di Alessandro Bulfoni (2 luglio 1973), ex collaboratore di Guido Poggi, Beppe Maisano, Andrea Dagnino e Luca Monteforte, che, dopo le ultime esperienze genovesi all'Entella e al Ligorna, la scorsa estate ha spiccato il volo verso il professionismo raggiungendo il magico Salento.

Diplomato Isef, Laureato in Scienze motorie, ha superato nel 2009 anche il corso di Coverciano per preparatori atletici.

“La mia storia -racconta- è iniziata nel 2000 nelle giovanili della Samp, dove ho lavorato a stretto contatto con Guido Poggi. Con lui ricordo il nostro punto più alto, la finale dei Giovanissimi Nazionali persa ai rigori contro la Roma di Stramaccioni. Alla Samp ho fatto due anni di Esordienti e sette anni di Giovanissimi Nazionali”.

Nel frattempo Alessandro entra in contatto con Riattiva, il centro di riabilitazione di Lavagna convenzionato col Genoa:

“Lì ho avuto l'opportunità di conoscere Paolo Barbero, rieducatore del Genoa, Gianni Brignardello, già preparatore della Primavera della Sampdoria di Bollini, Mario Cuzzilla e Domitilla Zolezzi, che mi hanno insegnato tutto sul recupero infortunati, sulla rieducazione e sulla riatletizzazione”.

Dopo Riattiva, Bulfoni è entrato nel mondo del calcio dilettantistico:

“Nel 2009 sono andato con Beppe Maisano a Busalla in Eccellenza, dal 2010 ho fatto tre anni a Lavagna in D con Andrea Dagnino. Poi sono tornato a lavorare a Genova, e ho fatto due anni al Park Tennis, nel mentre alla sera lavoravo con Guido Poggi al Baiardo, e con lui ho vinto un campionato di Promozione. Poi sono passato all'Entella a Chiavari, occupandomi per due anni del recupero infortunati, infine l'anno scorso al Ligorna con Luca Monteforte, tecnico di altissimo livello e persona di spessore”.

Alessandro ha ottimi ricordi di tutti gli allenatori con cui ha lavorato:

“Sono sempre stato fortunato, ho conosciuto tante persone eccezionali e con tutti ho ancora grandi rapporti di amicizia. Alla Samp ho lavorato con Maurizio Pertusi, un grande tecnico, e Guido Poggi, che ho ritrovato poi al Baiardo e con cui si è creato un rapporto di stima incredibile, diventando uno degli amici più veri che ho. A Busalla di Beppe Maisano ho potuto apprezzare la cura maniacale dei dettagli. Al Ligorna Luca Monteforte non ha nulla da invidiare ai professionisti. Con Andrea Dagnino a Lavagna abbiamo avuto una grossa condivisione di intenti, abbiamo portato i ragazzi a esprimersi al massimo delle loro potenzialità, facendo un cammino straordinario che ci ha portato alle finali playoff a Sarno”.

Bulfoni ha conosciuto anche tantissimi giocatori, ne ricorda alcuni:

“Giacomo Avellino è un ragazzo che avrebbe meritato di più, aveva grandissime qualità tecniche, Alessio Ramenghi è stato penalizzato dagli infortuni ma era un giocatore straordinario, Davide Crosetti aveva delle qualità tecniche fuori dal comuni, inserito in un gruppo unitissimo come quello del Baiardo, i “senatori” Gallotti e Zunino sono due ragazzi eccezionali”.

Quanto è importante la figura del preparatore nei dilettanti?

“Il preparatore atletico deve essere cosciente di quanto possa incidere nel contesto di una squadra. Non ha la soluzione a tutti i problemi, non ha la bacchetta magica, ma è un buon consigliere dell'allenatore sulla condizione dei ragazzi, deve vivere molto da dentro le cose del campo, affiancare l'allenatore e integrare il suo lavoro”.

Come chiediamo spesso ai giocatori, anche tu hai avuto dei modelli da seguire nel tuo ambito?

“I miei modelli sono stati e sono tuttora Brignardello e Barbero, e a loro aggiungerei il professor Capanna che ho avuto sia all'Isef che al corso di Coverciano”.

E veniamo ai giorni nostri, alla tua attuale esperienza in B al Lecce:

“Devo ringraziare Maurizio Cantarelli che ho conosciuto al centro Riattiva e che è stato preparatore atletico di Liverani fin dai tempi del Genoa: lui e il mister hanno pensato a me per il recupero degli infortunati e quando mi hanno chiamato non ho esitato ad accettare”.

Quali differenze hai trovato nel calcio dei prof?

“La differenza principale sta negli atleti stessi, che geneticamente hanno qualità superiori, specie dal dal punto di vista muscolare”.

Cosa ci dici di Fabio Liverani?

“Un ottimo tecnico e lo dimostrano i risultati. Il Lecce ha cambiato 15 giocatori rispetto all'anno scorso, eppure a fine ritiro la squadra giocava come se si conoscessero da due anni. Fabio trasmette i concetti in maniera chiara, è una persona vera, non ha peli sulla lingua, è un martello, richiede tanto ai suoi giocatori”.

E tu, cosa vedi nel tuo futuro?

“A me piacerebbe rimanere nello staff del mister anche in futuro, Fabio ha tutte le qualità per diventare un allenatore importante”.

E di Lecce cosa ci racconti?

“Lecce è una piazza che trasuda passione, la città ha un centro storico straordinario, a un quarto d'ora da posti di mare spettacolari, la gente è accogliente. La società è composta da persone serissime, a partire dal presidente Sticchi Damiani al vicepresidente Liguori, persone di altissimo livello”.


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