Il presidente del Genoa è stato intervistato da Sky durante l'evento "United for Genova".
«Se vendo? Per ora si è parlato tanto, ma concretizzato poco. Se me ne dovessi andare, lo farei per il bene del Genoa e non per le mie tasche».
Sul ponte Il presidente del Genoa ha raccontato di quel 14 agosto 2018:
«Quando ho saputo della caduta del ponte sono rimasto atterrito. Forse non tutti lo sanno, ma il nostro preparatore dei portieri delle giovanili si è salvato: un miracolo ha fatto sì che i due pilastri avessero accompagnato la sua caduta. Io ero a Nizza, quando l’ho saputo sono rimasto davvero senza parole".
Sulla cessione a gennaio di Piatek al Milan:
«Forse in futuro sarebbe andato via per una cifra ancora maggiore. Abbiamo incassato 40 milioni cash con lo sconto, cioé 35: senza questi non avremmo fatto molte operazioni. Penso sia stato un affare interessante per il Milan e per noi, anche se ha fatto arrabbiare qualche tifoso. E lo capisco. Ma sono contento dei gol subito segnati da Piatek: ha dimostrato di non essere una “sola” ma un giocatore vero. Io non vivo di rimpianti: ciò che è passato è passato. Ora abbiamo Sanabria su cui già la Roma aveva investito molto. Allora forse non era pronto, ora sì».
Preziosi non ha rimpianti, nemmeno per Zaniolo:
«Potevo prendere o lui o Vailetti, nostro difensore ora al Crotone. Avevo già tanti attaccanti, ho deciso per un giocatore per la retroguardia, che sono convinto farà benissimo».
Quando troverà una soluzione con i tifosi?
«Non ne faccio una tragedia. Ma certo, mi spiace e mi disturba. Io e la mia famiglia dobbiamo venire a Genova con la scorta, e non ha senso: le forze dell’ordine devono poter pensare ai delinquenti, non a salvaguardare i presidenti di calcio. In Italia bisogna andare via per essere valorizzati, credo però che alla fine di questa stagione i tifosi capiranno il perché di certe operazioni. Operazioni che, sottolineo, sono state fatte tutte per il Genoa» conclude Preziosi