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Prima categoria | 10 aprile 2019, 12:30

IL PERSONAGGIO Davide Lipardi, 21 anni di carriera ma nessuna voglia di smettere

L'esterno del San Cipriano ha le idee chiare: "Finchè sto bene continuerò a giocare. Obiettivo secondo posto, il primo è impossibile ma dopo il Bogliasco possiamo esserci noi. Speriamo in un passo falso della Samp..."

IL PERSONAGGIO Davide Lipardi, 21 anni di carriera ma nessuna voglia di smettere

Davide Lipardi (1 ottobre 1980) è uno dei protagonisti del grande girone di ritorno del San Cipriano di mister Rossetti.

La sua carriera parte nel 1998 con la maglia del Pontedecimo (e poi recita Pro Recco, Fegino, Sampierdarenese, San Cipriano, Agv, Pontex Torchio, Sant'Olcese, Mignanego, di nuovo San Cipriano) ma alla soglia dei 39 anni Davide non ha nessuna intenzione di smettere.

Domenica sei stato uno degli artefici del successo sulla Caperanese. Vieni da due promozioni consecutive, non c'è due senza tre?

“Il primo posto è impossibile, ma per i playoff ci siamo, non ci sono squadre superiori a noi, e puntiamo decisamente al secondo posto. Il calendario dice San Bernardino (già salvo), Bogliasco (sperando che abbia già vinto) e Prato (speriamo che sia già salvo). Cerchiamo di fare il massimo sperando in un passo falso della Sampierdarenese domenica col Via Acciaio”.

Davide nella seconda parte della carriera sta giocando in un ruolo molto più offensivo, prova ne sono i gol segnati negli ultimi due campionati, 13 col Mignanego e 14 col Sant'Olcese, entrambi vinti con mister Puggia e mister Repetti.

“Sto giocando da esterno alto, ma ho segnato molto meno quest'anno, si vede che sto invecchiando. Inizialmente giocavo mezzala, Della Bianchina mi vedeva in quel ruolo, ultimamente sono diventato più attaccante, e lo devo a Paolo Scalzi”.

Soddisfatto della tua carriera?

“Si anche se ho smesso presto di giocare a certi livelli, il calcio vero è quello di Eccellenza e Promozione, da quando è nata mia figlia Sofia mi sono accontentato di giocare in Prima Categoria e vicino a casa”.

Chi è l'allenatore migliore che hai avuto?

“Quello a cui sono più legato è Chicco Puggia, il più innovativo è Cristiano Rossetti, ma anche Massimo Repetti è un signor allenatore”.

Il giocatore più forte con cui hai giocato?

“Ho l'imbarazzo della scelta fra Oriano Magnetto, Massimo Sisinni e Roberto Balboni”.

39 anni a ottobre. Quando smetti?

“Per ora non ci penso, se sto bene gioco ancora, e un altro anno me lo faccio sicuro”.


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