1) Fabio tu alleni l'Under 16 del Ligorna, parlaci della tua leva.
Nella prossima stagione inizierò il biennio allievi under 16, categoria importantissima, dove la società ed io avremo il comune obiettivo di mettere le giuste basi per preparare e formare calciatori al salto in juniores e in prima squadra, curandone non solo l'aspetto calcistico ma anche umano. Proprio per questo, con l'indispensabile apporto del responsabile del settore giovanile, Andrea Barbieri e l'appoggio di tutta la società, siamo riusciti a far indossare la maglia Ligorna, terza squadra di Genova, a molti nuovi ragazzi di indiscusso valore, che andranno ad aggiungersi ai già presenti giocatori Ligorna della stagione precedente, con l'intento di creare una rosa competitiva nel presente e con importanti prospettive per il futuro.
2) Da quanti tempo sei al Ligorna? Parlaci della tua carriera
Il mio percorso da allenatore ha avuto inizio dieci anni fa nel Castelletto Solferino, per proseguire proprio al Ligorna e negli ultimi 4 anni al Molassana. Per questo posso affermare con entusiasmo e soddisfazione che oggi, con la società Ligorna, mi trovo di fronte ad un piacevole ritorno piuttosto che ad un nuovo inizio, avendo già indossato questa maglia per 3 anni, durante i quali ho anche avuto la possibilità di conseguire il patentino di allenatore Uefa B.
3) Obiettivi per questa stagione
Uno dei miei primi obiettivi sarà quello di stimolare ogni ragazzo con una metodologia sana e situazionale, attraverso le miei idee calcistiche e i miei principi di gioco, in modo che ognuno di loro possa essere costantemente sollecitato a 'pensare' e non solo a 'svolgere', senza naturalmente perdere di vista il divertimento e il piacere di giocare a pallone, che è alla base di questo sport.
4) Parlami della realtà Ligorna
Alla chiamata del direttore Barbieri, non ho avuto dubbi sulla serietà e qualità della proposta, perché, dietro a grandi società, che riportano ottimi risultati, si trovavo sempre persone, competenti, corrette e con valori importanti. Per questo sono onorato di accettare questo incarico e di poter dare il mio contributo sul campo, lavorando con chi rispecchia il mio modo di fare calcio, dal presidente Torrice, al vice presidente Dal Pozzo fino ad arrivare al nuovo arrivato, l'avvocato Alessandro Ceccon. Credo che si possa essere professionisti a prescindere dalla maglia che si indossi e, senza dubbio, queste persone mi hanno dimostrato di avere una mentalità, organizzazione e intenti da grandi realtà.
5) Descriviti come allenatore, cosa pretendi dai tuoi ragazzi e quali sono i tuoi principi, i tuoi metodi....
Sono un allenatore che ama rendere realizzati e protagonisti i propri giocatori, non solo attraverso il risultato ma anche attraverso il modo, con il quale lo si raggiunge, finalizzato ad una crescita non solo calcistica ma anche umana e psicologica. Il mio calcio è fatto di coesione, di collaborazione tra i giocatori, dove il collettivo deve valorizzare il lavoro del singolo. Proprio per questo, ogni mio ragazzo non deve mai dimenticare quanto sia importante far parte di un gruppo unito, dove il forte legame tra tutti i componenti è la base di ogni successo.