Calcio - 30 novembre 2020, 22:13

LA MIA AVVENTURA A SETTIMANA SPORT Il ricordo di CLD, ovvero Carlo Luca Durante: "Senza di voi il calcio dilettantistico genovese non sarebbe lo stesso"

Forse non tutti sanno che l'attuale ds della Superba ha un passato da cronista sui polverosi campi del calcio dilettantistico genovese, inviato d'assalto per il nostro settimanale su carta rosa di fine anni '90

In questa foto, del luglio 2003, Durante è il secondo in alto da sinistra, con la maglia da portiere

In questa foto, del luglio 2003, Durante è il secondo in alto da sinistra, con la maglia da portiere

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO UN RICORDO DI CLD, ALIAS CARLO LUCA DURANTE, DELLA SUA AVVENTURA DA CRONISTA PER SETTIMANA SPORT COMINCIATA QUASI PER CASO A FINE ANNI '90.

... La mia infima carriera calcistica era appena terminata ufficialmente per motivi lavorativi, in realtà la voglia era scappata da un bel po’.

Un mio caro vecchio amico di calcio e università mi chiede di dargli una mano in una nuova avventura giornalistica.

Aveva deciso di creare un giornale o meglio un settimanale che parlasse solo di calcio dilettantistico.

A me le avventure quasi impossibili con poche risorse ma tanta passione e voglia mi hanno sempre attirato e quindi scendo in campo.

Il mio compito era semplice andare per campi, far conoscere il nome di Settimana Sport e fare un articolo il più possibile coinvolgente.

Mi ricordo ancora la prima partita Cep-Culmv, Prima girone B.

Avevamo iniziato a stagione in corso e la vera svolta c’è stata l’anno dopo (stagione calcistica 99-00). Paolo (il mio vecchio amico) e Luca hanno portato la redazione in via La Spezia (vicinissimo a casa mia) e ogni sabato mi facevo la doppietta. Prima una partita di Terza (ore 13.15) e poi una di Prima.

La Terza era la mia passione. Prima di Settimana sport e del sottoscritto nessuno l’aveva mai troppo considerata. Invece adesso c’erano articoloni, fotografie, pagelle e commento tecnico. Un successone tanto che per Natale mi ricordo ancora adesso di aver ricevuto dalle varie squadre una mezza dozzina di inviti a partecipare alle canoniche cene.

Ricordo con gioia e con un grande sorriso quei sabato pomeriggi, quando terminate “le doppiette” si correva in redazione (a quei tempi in casa i computer erano merce rara), si cercava un computer libero e si faceva il pezzo. Che incubo stare nelle 40 o 60 o al massimo 80 righe… E se sforavi chi li sentiva Paolo o Luca!

Nella redazione c’erano due stanze: quella dei grandi capi (Luca e Paolo) e quella degli “inviati”. Dovevi correre in redazione  e prendere un computer perché, se rimanevi senza, mezzo sabato sera era fottuto. Come ci divertivamo in quella stanza. Io ero un po’ il fratello più grande.

C’erano ragazzi bravissimi che hanno fatto un gran bella carriera: Scala, Arveda, Pintimalli e molti altri che poi hanno preso altre vie.

Tornavamo infreddoliti e giù a dir cazzate e scrivere i pezzi. Per quegli anni Settimana Sport era un giornale innovativo che aveva un gran successo e noi ci sballavamo a scrivere partite ma soprattutto storie. Eravamo tanti piccoli precursori di Adani e Buffa.

La passione era tale che quando dovevo lavorare in ufficio anche il sabato mattina a Milano mi facevo dare una partita a Busalla o Ronco per non perdere il Week End giornalistico.

Mi ricordo il martedì quando Paolo mi chiamava per dirmi se gli articoli gli erano piaciuti se qualcuno si era lamentato o si era complimentato e mi dava la partita da commentare per il week end prossimo.

Finito il campionato iniziava la stagione del calciomercato. Le pagine non erano più quelle di Settimana Sport ma addirittura quelle più prestigiose del Secolo Xix.

E io che faccio? Il mercato di Terza!

Ogni lunedì notizie di mercato sulla Terza. Che spasso.

Lo diciamo sempre con Paolo siamo stati gli unici in Italia per almeno 3 anni a fare ogni settimana un artico sul mercato di Terza.

Ho ancora in casa le targhe del Fabbro Scoffera e del San Gottardo di Scardello che mi ringraziano per aver raccontato delle loro squadre.

Io mi ricorderò sempre della spensieratezza e della gioia con cui al sabato andavo sui campi e il clima goliardico ma nello stesso tempo serio che si respirava in redazione quei sabati.

Grazie a Paolo per avermi coinvolto in questa avventura.

Sono contento di aver portato un piccolo grande contributo nei primi (cinque o sei) rampanti anni di vita di Settimana Sport.

Ora vi seguo sempre con molto piacere come lettore capendo benissimo gli enormi sforzi che fate per tenere in vita Settimana Sport.

Grazie di cuore come lettore e come “addetto ai lavori”: senza Settimana Sport il calcio dilettantistico genovese non sarebbe lo stesso.

C.L.D.

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