1 Tanti auguri, come festeggerai oggi?
Grazie. Festeggerò, nei limiti del possibile, con le persone che mi vogliono bene. L’anno scorso ho trascorso il mio compleanno in pieno lockdown, oggi in zona arancione. Non vedo l’ora di cenare con gli amici nelle trattorie e negli agriturismi, in particolar modo con il gruppo sestrino “A cena con Ovindo”, con la mia storica compagnia, con i fontanini di “Catechismo con Francesco”, con il “Conclave di cervelli”, con diverse persone che gravitano o hanno gravitato nel calcio dei dilettanti e con tanti colleghi giornalisti e tifosi del Sestri. Ho la passione per il cibo, per la tavola e l'umanità che vi ruota attorno.
2 Che regalo chiederesti?
Scontato, la normalità persa un anno fa. Di conseguenza, rivedere il pubblico allo stadio Sivori. Detto questo, quest’anno ho già ricevuto un regalo inaspettato.
3 Dammi un giudizio sul mondo del giornalismo attuale.
È il mestiere più bello del mondo ma è un settore che va avanti tra mille difficoltà.
4 Un passo indietro: nella tua carriera più ricordi, rimorsi o rimpianti?
L’unico rimpianto che ho è legato a mio zio. Purtroppo, è mancato poco prima che iniziassi a fare il giornalista.
5 Fra 10 anni dove ti vedi: sempre sul campo, e in che ruolo?
Spero di fare ancora quello che sto facendo ora.
6 Cosa non rifaresti nel tuo percorso professionale se potessi ritornare indietro?
Rifarei tutto.
7 Cosa non ti piace del calcio di oggi, cosa rimpiangi del passato?
Del calcio professionistico di oggi, escluso il retropassaggio al portiere e i 3 punti per la vittoria, non mi piace tutto quello che è venuto dopo. Fosse per me, ma è utopia, Serie A a 16 squadre, solo 3 stranieri in campo, ripristinare la Coppa dei Campioni, la Coppa delle Coppe e la Coppa Uefa, la finale di Coppa Intercontinentale a Tokio tra i campioni d’Europa e i campioni del Sudamerica, solo un posticipo serale e tutte le altre gare del campionato di domenica pomeriggio. Impossibile, lo so. Ho sempre seguito la Serie A e i dilettanti ma ora seguo maggiormente quest’ultimi perché riesco ancora ad affezionarmi ai giocatori e a ricordarmi le formazioni a memoria.
8 Diventi presidente di una squadra: a chi la faresti allenare e che colori sceglieresti?
L’unica squadra per la quale diventerei presidente è il Sestri Levante, quindi i colori rossoblu. Per prima cosa, nominerei mio papà presidente onorario. Devo a lui a l’amore verso i corsari. È molto più corsaro di me. Ad aiutarmi chiamerei una manciata di amici fidati. Ho apprezzato tanti allenatori nel Sestri ma in panchina ci metterei un tecnico che non ha ancora guidato l’Unione: anni fa mi sarebbe piaciuto vedere all’opera Natalino Bottaro oppure Beppe Maisano. Tra quelli che non hanno ancora allenato una prima squadra, Andrea Scotto. Quando appenderà gli scarpini al chiodo, Giacomo Avellino: pur essendo nato e cresciuto nel Sestri, in prima squadra ha giocato solo una stagione. Deve rimediare a questa lacuna. (P.S. Presto ti farò i miei magnifici 7, promesso)
9 Un calciatore di serie A per amicizia viene a giocare nella tua squadra: chi vorresti che fosse?
La lista dei giocatori di oggi della Serie A che NON vorrei è lunga. Del passato, se avessi una macchina del tempo, vorrei i miei 5 preferiti di sempre: Baggio, Van Basten, Baresi, Maldini e Donadoni. Ho esagerato?
10 Genoano, sampdoriano o.... un giudizio sul momento della tua squadra del cuore?
Sestri Levante. Un campionato così positivo neppure il più ottimista poteva sperarlo. Sono anche milanista e più di così il Milan non poteva fare. Dopo tanti anni c’è solo da essere contenti. Detto questo, se però devo scegliere tra una salvezza in Serie D e una Champions League, chi mi conosce sa cosa sceglierei per tutta la vita.