Pubblicazioni - 16 luglio 2022, 11:14

"La finale infinita", un libro per celebrare il centenario di Vado-Udinese

"La finale infinita", un libro per celebrare il centenario di Vado-Udinese

Il 16 luglio 1922 – sì, esattamente un secolo fa! – il Vado F.B.C. coglieva il suo primo e unico alloro nazionale con la vittoria della Coppa Italia. Un evento memorabile che Gerson Maceri prova ad eternare ne “La finale infinita. Il mito della sfondareti Levratto e la leggenda della prima Coppa Italia”. La cronaca dell’inquieta vigilia e della sfida decisiva all’Udinese s’innesta sulla vicenda biografica, infantil-adolescenziale, di Virgilio Felice Levratto, piccolo eroe vadese destinato a fare le alterne fortune, tra le altre, di Genoa, Ambrosiana Inter e Nazionale (con una parentesi seminedita con la Juventus).

L’intero racconto, dunque, si dipana sullo sfondo della Vado degli anni Dieci e Venti, anche attraverso gli slanci dialettali dei protagonisti che si stagliano vividi tra i carruggi e gli spalti e il campo del “Leo”.

In appendice, infine, un album fotografico-aneddotico ripercorre l’ineguagliabile carriera dello sfondareti, infarcita di “prime volte”.

Il libro è già disponibile su Amazon (solo in versione cartacea; maggiori informazioni qui: https://amzn.to/3PyLpZp).

Di seguito, ve ne proponiamo un estratto: «Per una ventina buona di minuti, il Vado ci capì poco: sotto una gragnuola di spioventi, Romano sfruttò il mismatch fisico nei confronti di Semintendi per ribattere o arginarlo, assistito dalle temerarie uscite in presa alta di Babboni I. Questi, poi, da habitué del pallone elastico, rinviava al termine d’una leggiadra rincorsa sincopata, roteando il pugno e vibrandolo ascensionalmente sulla sfera, restituendo così il possesso agli ospiti ben oltre la metà campo.

Sotto tramontana, c’era chi s’aspettava addirittura il goal, da lui, in quel modo. Ma Babboni vantava soltanto una stempiatura profonda e un risolino marpione da divetto di Hollywood, non le stigmate del profeta, perciò nessuno ne divulgo mai certe leggende da bar. Dai Achille, cuntinua a daghe drentu, sensa puĵa, forsa!».

L’autore. Gerson Maceri (Sanremo, 1986) si è laureato in Letterature e Civiltà moderne presso l’Università degli Studi di Genova con una tesi su Mario Calvino (edita poi dai “Quaderni Sanremesi”, 2011). Docente di Lettere e jolly dell’editoria (ha collaborato con le più svariate testate), ha anche trascorsi sportivi da allenatore (nel calcio a cinque e a undici) e da dirigente (è stato cofondatore del Sanremo Rugby nel 2009).

Tra il 2016 e il 2019 ha pubblicato la trilogia de “I pionieri del football ponentino”, andando a scandagliare le origini e la diffusione del calcio nella Riviera dei Fiori e in Costa Azzurra.

Ti potrebbero interessare anche:

SU