Promozione - 07 aprile 2023, 00:04

TANTI AUGURI A... GESSI ADAMOLI

Oggi compie gli anni il DG del Little Club, che risponde cosi alle 10 domande

TANTI AUGURI A... GESSI ADAMOLI

1-Ciao, calcisticamente che compleanno è e come festeggerai?

La salvezza con tre giornate di anticipo: il mister Amirante e i ragazzi mi hanno fatto un bellissimo regalo di compleanno. Sarò a Bergeggi, il mio buen retiro, e ho già prenotato il ristorante a Ortovero: io, mia moglie e mio figlio.

2-Un commento alla stagione della tua squadra dilettantistica

Il prossimo sarà il decimo anno consecutivo in Promozione per il Little Club. Un traguardo insperato soprattutto se ripenso che il giorno dopo la promozione rimanemmo senza mister e con due soli calciatori: D'Angelo, che aveva giocato poco, e Fabiano che rientrava dal prestito in Seconda Categoria con l'Atletico Quarto. A quel punto restare in categoria era diventata una sfida, una sfida che non potevamo perdere. E ce l'abbiamo fatta. A livello dirigenziale il gruppo è molto ben affiatato. Dal presidente Morelli, a Mauro Montaldo, che spazia a 360 gradi dai regolamenti al lavoro sul campo, al dottor Tisalbo, il medico sociale, a Gianni Scarso, che sovraintende il settore giovanile, a Silvio Badano, instancabile factotum. E un pensiero speciale non può non andare al grande Luciano Paccagnini, il presidente onorario. In realtà lui è il Little Club. C'è poi stato un arrivo importante come quello di Luca Calzetta. Un ciclone, il suo travolgente entusiasmo ha contagiato tutti e ha portato una preziosa ventata di freschezza.

3-Genoano, sampdoriano o? Cosa pensi della stagione della squadra per cui tifi?

Da bambino provarono in tutti i modi di farmi diventare sampdoriano per fare dispetto a mio nonno paterno del quale porto lo stesso nome e per il quale il Genoa veniva dietro solo al Partito (quello con la P maiuscola che ora non c'è più mentre il Genoa, se è riuscito a sopravvivere a Preziosi, ritengo sia immortale). L'altro nonno, che pure non si interessava di calcio, arrivò a regalarmi un enorme uovo di calcio blucerchiato. Però essere genoani è qualcosa che hai dentro, è un modo di concepire la vita e non può non venire fuori. La stagione 2022-23? Diciamo che potrebbe essere indimenticabile, un po' come il Barolo del '64.

4-Com’è il tuo rapporto con gli arbitri?

Il rapporto è spesso conflittuale, però riconosco che sono dei benemeriti. Siamo sinceri, chi di noi non ha mai pensato: ma chi glielo fa fare? Non conto più le squalifiche, ma non mi sono mai permesso di insultare un direttore di gara. A meno che manifestare il proprio dissenso o dire “scarso” non sia ritenuto un'offesa. Vado controcorrente e dico che il livello negli ultimi anni è migliorato. Capita ogni tanto un passaggio a vuoto, ma è inevitabile.

5-Se tu fossi il ct Mancini, come rilanceresti la Nazionale dopo i due fallimenti mondiali consecutivi?

Dovrebbe pensare già al Mondiale, ma contro l'Inghilterra sono andati in campo due difensori centrali, Acerbi e Toloi, che facevano 67 anni in due e contro Malta al posto di Toloi è stato riesumato Romagnoli. Niente da dire quando giocava Chiellini che è un monumento, ma cosa pensiamo di programmare con Toloi, Acerbi e Romagnoli? E che senso ha puntare su un mediocre come Retegui? Colombo in prospettiva è molto più forte e Mancini dovrebbe appunto lavorare in prospettiva.

6-Dimmi tre qualità che deve avere secondo te un buon allenatore

Conoscere il calcio, avere personalità e lavorare anche per la società. Proprio come Savio Amirante che è il top e che mi tengo stretto. Ma ho avuto la fortuna di avere tanti buoni allenatori: Mazzocchi, Baldi, Di Somma, Pandiscia. E mi scuso, se ho dimenticato qualcuno.

7-Nel calcio conta più la testa, il cuore, le gambe, la tecnica, la tattica o la grinta e perché?

Ogni giocatore ha le sue caratteristiche e deve riuscire ad esprimerle. Ma non è possibile senza la passione e dunque il cuore. Sarà perché per noi genoani la prima cosa che conta è che la maglia sia sudata.

8-Prima di smettere vorresti che…

A smettere non ci penso proprio. E prima comunque devo riuscire a trovare un grande presidente, un mecenate come l'armatore Cameli che nel 1974-75 costruì una squadra (allora si chiamava Little Club Itala) per puntare alla seria D. C'erano Emoli, che aveva giocato nella Juventus e in Nazionale, e tanti big del calcio dilettantistico di quegli anni: i fratelli Blondet, Sacchini, Zingariello, Tagliaferro, Dalmonte e molti altri. Quella storia non fu a lieto fine, però, si sa, la storia si può riscrivere.

9-Tatticamente… meglio prima non prenderle o fare un gol più dell’avversario?

Sono all'antica: lo zero a zero, come diceva Annibale Frossi, è il risultato perfetto significa che nessuno ha fatto errori. Quando ho vinto il campionato da allenatore del Little con trascinatori i grandissimi Bocciardo e Salvetti abbiamo subito 13 gol di cui due all'ultima giornata contro il Davagna già retrocesso e due su rigori inventati, in un caso a darci di mano era stato l'attaccante avversario ma l'arbitro aveva preso lucciole per lanterne.

10-Il calcio come valvola di sfogo: quello che hai imparato giocando/allenando/dirigendo nel calcio ti ha insegnato qualcosa per la vita? O viceversa nel calcio hai adottato una tua particolare filosofia di vita?

Questo è il nostro mondo, ci sono tante meteore ma chi regge nel tempo significa che ha valori condivisi come dimostra il favoloso “Gruppo Dilettanti Liguri anni 70 e 80” ideato da Carlo Campione e Alessandro Zanetti. Quante volte mi è capitato di incontrare qualcuno che mi dice: “Ti ricordi mi ha mai marcato e mi hai riempito di calci...”. E mi abbraccia. Perché gli avversari di ieri, quando eravamo giovani e belli, sono diventati gli amici di una vita, anche se capita di stare trent'anni senza vedersi.

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