1-Ciao, calcisticamente che compleanno è e come festeggerai?
1- Calcisticamente è il compleanno della rinascita, dopo essere stato fermo per quasi un anno e aver rischiato di smettere di giocare, in questo momento sono felicissimo, ho intrapreso un nuovo capitolo in una squadra come il Masone che ha grandi ambizioni, ho trovato nuovi amici e più di tutto ho voglia di continuare a giocare e lottare in campo come e più di prima. Lo festeggerò con la mia famiglia allargata che sono gli amici di sempre.
2-Dimmi cosa ti aspetti dalla tua squadra per la stagione 23/24
2- la stagione 22/23 è stata una delusione sia a livello personale che a livello di squadra perché eravamo veramente forti e avremmo potuto non ti dico vincere il campionato ma arrivare sicuramente ai playoff. Dalla stagione 23/24 mi aspetto solo grandi cose. Non sono scaramantico per cui non ho paura a dirlo: voglio salire in promozione e farò di tutto perché questo avvenga. Siamo una squadra davvero forte e sono sicuro ci toglieremo delle soddisfazioni.
3-Genoano, sampdoriano o? Cosa pensi del campionato della squadra per cui tifi?
3- Sampdoriano. Sarà una stagione difficile, sono convinto che non torneremo in serie A subito ma penso che questo sarà un anno in cui metteremo in mostra tanti giovani talentuosi e magari metteremo le basi per tornare in serie A nei prossimi anni.
4-Com’è il tuo rapporto con gli arbitri?
4- Il mio rapporto con gli arbitri è cambiato tanto con il passare degli anni. A 18/20 anni penso di essere stato la persona più fastidiosa nel rettangolo di gioco, passavo più tempo a rompere le scatole agli altri piuttosto che ad aiutare i miei compagni; crescendo ho imparato che non ha senso arrabbiarsi e urlare agli arbitri perché tanto non ho mai visto nessuno cambiare idea dopo aver fischiato un fallo o un rigore o aver dato un cartellino. Bisogna rimanere concentrati e pensare solo alla partita, posso sbagliare io un passaggio, figuriamoci se anche loro non sbagliano.
5-Se tu fossi il ct azzurro , come rilanceresti la Nazionale dopo i due fallimenti mondiali consecutivi?
5- Io penso che occorra intraprendere una strada diversa. Abbiamo tanti giovani talentuosi che meritano di giocare nei loro club ma soprattutto meritino la nazionale. Io ripartirei da zero ricreando una nazionale di giovani e con loro crescerei anno per anno e sono sicuro che allora torniamo a toglierci delle soddisfazioni. Ci vorrà tempo ma ritengo sia la strada giusta da intraprendere, sono due edizioni che non partecipiamo ai mondiali.. non abbiamo nulla da perdere.
6-Dimmi tre qualità che deve avere secondo te un buon allenatore
6- INTELLIGENZA nel capire che una squadra è composta da personalità diversissime tra loro e con ognuna bisogna sapersi confrontare in maniera diversa. Non siamo tutti uguali, un mister che urla può spronare alcuni e sotterrare altri, ci vuole la capacità di saper parlare con tutti a seconda delle proprie caratteristiche e carattere; PERSONALITÀ nel gestire uno spogliatoio ma anche non aver paura a fare giocare un giovane o uno “sconosciuto” se questo dimostra negli allenamenti più di quello che ha il curriculum dalla sua; COMPETENZA perché uno che improvvisa non arriva da nessuna parte. Bisogna avere delle conoscenze e delle idee per portare avanti un progetto a breve o lungo termine che sia.
7-Nel calcio conta più la testa, il cuore, le gambe, la tecnica, la tattica o la grinta e perché?
7- ho imparato che nel calcio conta più di tutto la testa. Puoi essere dotato quanto vuoi ma senza testa non vai da nessuna parte e ci sono tanti tanti esempi che potrei fare. Grinta e intelligenza tattica sono le due caratteristiche che mi hanno aiutato negli anni a discapito dei mille problemi fisici.
8-Prima di smettere vorresti che…
8- Prima di smettere voglio tornare a giocare davanti, come quando ero piccolo e giocavo punta. Mi piacerebbe fare un anno tornando alle origini
9-Tatticamente… meglio prima non prenderle o fare un gol più dell’avversario?
9- essendo un difensore ti direi “meglio prima non prenderla” e così ho sempre lavorato negli anni: se in una squadra hai tanto potenziale davanti prima o poi un gol lo fai.
10-Il calcio come valvola di sfogo: quello che hai imparato giocando/allenando/dirigendo nel calcio ti ha insegnato qualcosa per la vita? O viceversa nel calcio hai adottato una tua particolare filosofia di vita?
10- il calcio per me è la più grande valvola di sfogo. Quando ho giornate difficili a lavoro, andare al campo ad allenarmi mi aiuta tanto a scaricarmi. Sono uno che non molla mai e questo vale sia in campo che nella vita di tutti i giorni. Quando ero capitano della San Pietro avevo una fascia personale con scritto “L’ultimo a morire”, sembra una frase da Instagram ma è la mia filosofia di vita.. qualsiasi cosa tu faccia anche se non sei il migliore o il più dotato devi essere sempre l’ultimo a mollare perché solo così puoi arrivare lontano.