Eccellenza - 02 marzo 2024, 10:42

IL PERSONAGGIO DELLA SETTIMANA: Luca Rizzo

«Il gol sotto la Sud un'emozione indescrivibile»

IL PERSONAGGIO DELLA SETTIMANA: Luca Rizzo

Il personaggio della settimana è Luca Rizzo, giocatore della Voltrese.

Luca domenica scorsa una tripletta. Che obiettivo ti sei posto per la tua avventura con la Voltrese?

«Dobbiamo puntare all'obiettivo salvezza. Questo è il mio obiettivo personale, che poi è l'obiettivo della squadra. Se lo raggiungiamo significa che abbiamo fatto tutti bene».

Che Eccellenza hai trovato?

«Buon livello, con squadre attrezzate, con giocatori che potrebbero fare altre categorie. Domenica nella partita gli episodi iniziali l'hanno subito portata dalla nostra parte e comunque siamo stati bravi noi ad incanalarla nei binari giusti. Il 2-0 dopo pochi minuti è stata una batosta per loro».

Quale il tuo ricordo più bello del calcio professionistico?

«Senza dubbio il gol sotto la Sud. Un'emozione indescrivibile che non la cambierei con niente al mondo. Ancora oggi quando ci penso non credo sia successa davvero vado a vedere sia il gol che l'esultanza ed ho la conferma che è successo davvero». 

Chi è stato il giocatore più forte con cui hai giocato?

«Ce ne sarebbero miliardi da dividere per ruolo. Sicuramente quello che mi ha più affascinato e con cui ho avuto il piacere di giocare è stato Eto'o, e non è una cosa da poco. Ilicic aveva una classe fuori dalle righe. Anche Eder. Sarebbero veramente tanti. E' più facile che saltino all'occhio gli attaccanti però quando me lo chiedono dico anche altri ruoli comunque importanti».

Chi era il tuo idolo da bambino?

«Kakà. Le sue accelerazioni, mi facevano venire i brividi come lo fanno anche ora. Le sue azioni erano stupende e mi gasavano proprio».

Come vedi il calcio dei bambini?

«Nel calcio attuale in primis da bambini si guarda la fisicità e le strutture che poi andando avanti vengono cancellate da altre qualità. Per fortuna che alla fine nel calcio anche se uno non è fisicamente portato può arrivare senza problemi».

Cosa ti manca del calcio professionistico?

«L'atmosfera che c'è durante le partite. Entrare in uno stadio pieno, al di là di 1000, 5000, 10000 o 60000 persone è l'atmosfera che la rende diversa per me da tutto il resto. Lo stadio è un ambiente stupendo, l'atmosfera che creano i tifosi è pazzesca. Ovviamente scendendo di categoria, non tanto in c perchè alcune piazze al sud in c hanno una bella atmosfera,  la mancanza del casino dei tifosi mi manca». 

Cena fuori. Chi porti? Dove? E di cosa parlereste?

«Porterei i miei amici, per una cosa di poche persone intima. Persone a cui voglio bene e che stanno attorno a me quindi amici e famiglia. Sicuramente una trattoria alla buona dove si gustano i prodotti tipici, di casa. Parleremmo di famiglia, di amicizia, di qualche ricordo o di qualche figuraccia fatta da uno o l'altro».

 

 

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