Terza categoria - 18 novembre 2025, 23:56

MAURO CINACCHIO "Vi racconto il nostro sabato "imprigionati" al Negrotto di Serra Riccò"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del dirigente dell'Avosso che torna sull'imprevedibile episodio dello scorso week end (quando la sua squadra e il Don Bosco Under 21 sono rimaste bloccate per quasi 3 ore all'interno dell'impianto) sottolineando il buon senso dimostrato dalla direttrice di gara Jasmine Satta.

Avosso e Don Bosco si consolano con una foto di gruppo in attesa di essere "liberati"

Avosso e Don Bosco si consolano con una foto di gruppo in attesa di essere "liberati"

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

In diversi anni di frequentazione, sotto vari ruoli, dei campi e degli incontri della FIGC LND della Liguria e di Genova, le esperienze “inusuali” vissute sono state diverse, per numero e tipologia, ma mai pensavamo di vivere ciò che è accaduto al Negrotto di Serra Riccò sabato 11. Per carità, se uno frequenta impianti suscettibili di avere problemi imprevedibili, di varia natura, e il Negrotto, situato nell’alveo del Secca ed accessibile solo con un guado è uno di quelli, deve esserne cosciente. Ma quello che sconcerta (ed è un eufemismo) è il come ed il perché.

Perché nella fattispecie, quando alle 13.30 le due squadre dell’incontro in oggetto erano pronte ad iniziare la gara, lo sviluppo degli eventi facilmente prevedibile. Ed in effetti la direttrice di gara sig.na Jasmine Satta, condividendo le perplessità di entrambe le società, valutava la possibilità di non iniziare, prontamente bloccata in questa decisione da un dirigente AIA presente al campo, perché “il terreno di gioco è buono e la palla rimbalza”. Nel frattempo “rimbalzava” anche il Secca nel suo alveo, però.

Dopo neppure un quarto d’ora di gioco, condotto sotto un autentico diluvio, la direttrice di gara, con una sensibilità ed una attenzione non comune in chi riveste il suo ruolo, sospendeva l’incontro intuendo (ma, ripetiamo, non serviva Nostradmus) i possibili sviluppi,ma il Dirigente AIA si precipitava negli spogliatoi intimando all’arbitro di riprendere  l’incontro perché le condizioni del terreno lo permettevano ancora (sempre quella palla che rimbalza), dando origine ad una lunga discussione cui partecipavano i dirigenti delle due società, ovviamente preoccupati per il divenire degli eventi, perchè nel frattempo arrivava dalla Polizia Locale la notizia che il guado di accesso sarebbe stato chiuso a brevissimo. Ma nulla, il Dirigente AIA continuava a sostenere che “se la Polizia Locale non passava a comunicarglielo personalmente” il gioco doveva riprendere; per fortuna la sig.na Satta confermava la propria decisione, ma ormai era stato perso troppo tempo prezioso, e solo alcune persone (spettatori non familiari, e giocatori che non avevano partecipato alla gara), riuscivano ad abbandonare l’impianto.

Il risultato è stato che una quarantina di persone sono rimaste bloccate nel Negrotto sino alle 17.00 del pomeriggio, quando i vigili del fuoco ci hanno accompagnato fuori, attraverso un percorso in arre private, dal quale erano state preventivamente rimosse cancellate e altri ostacoli, pietendo poi un passaggio da amici e parenti.

Eh si, perchè il secondo risultato è che una decina di auto sono state parcheggiate presso il campo sportivo fino a lunedi sera. E le auto, vi diamo una informazione, servono non solo per andare alla partita, servono quotidianamente, per lavorare e per la vita giornaliera. Ovviamente abbiamo ampia documentazione fotografica di quanto stiamo asserendo.

Quel che fa rabbia non è tanto l’evento in sé, quanto la protervia del dirigente arbitrale che, a dispetto di ciò che stava accadendo (dopo  15 minuti dall’interruzione il campo era completamente allegato) e della comunicazione della Polizia Locale,  ci ha fatto perdere il tempo in maniera determinante. Forse era indispettito perché una giovane direttrice di gara aveva intuito per tempo ciò che sarebbe accaduto, e lui no? Non sappiamo, ma fa ancora più rabbia il fatto che, al termine della discussione, lo stesso Dirigente AIA si è precipitato a recuperare l’auto ed ad allontanarsi, smentendo quelle che sino a un minuto prima parevano essere le sue convinzioni, fra l’altro abbandonando una giovane arbitro della quale, a nostro avviso avrebbe dovuto condividere i disagi.

Forse vi sfugge il fatto che, chi partecipa agli incontri di queste categorie impegna tempo, soldi e disponibilità, e si aspetta una attenzione che, in momenti critici, vada un attimo al di la del regolamento, del fatto che la palla rimbalzi o meno.

Non ci resta che citare Cicerone:quo usque tandem abutere patientia nostra? Perché almeno nel caso del C.S. Avosso, la misura è colma.

Mauro Cinacchio, Dirigente A.S.D. AVOSSO 1983         

 

 

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