/ Calcio giovanile
Lavoro in Italia

Cerca sul sito

Vai all'archivio ›

Calcio giovanile | 01 dicembre 2025, 17:14

MATTEO CANNELLA "Torno dove tutto è iniziato"

Intervista al giovane mister che ha riportato entusiasmo alla Fulgor

MATTEO CANNELLA "Torno dove tutto è iniziato"

Crescere con un padre allenatore spesso significa respirare calcio fin da piccoli, ma non tutti decidono di seguire davvero quella strada. Per Matteo Cannella Jr., invece, il destino sembrava già tracciato: il campo, il pallone e una panchina da cui guidare i ragazzi. Oggi è alla guida della Fulgor Under 8, la società dove da bambino muoveva i primi passi, e sta vivendo una stagione ricca di emozioni e soddisfazioni.

Come nasce la tua scelta di diventare allenatore?

«È una scelta che parte da lontano, ricordo quando mio padre vinse il Quercioli a Marassi e io ero in panchina attaccato alla sua gamba. Sono cresciuto con un padre allenatore e, inevitabilmente, ho sempre sognato di ripercorrere le sue gesta. Era un desiderio che avevo dentro da bambino: un giorno sedermi anche io su quella panchina e provare a trasmettere qualcosa agli altri.»

Cosa hai provato quando sei tornato alla Fulgor, il luogo dove hai iniziato la tua carriera da giocatore?

«Tornare a casa è stato speciale. La Fulgor è il posto dove ho iniziato a giocare a pallone, dove ho capito che il calcio avrebbe fatto parte della mia vita. Rimettere piede lì da allenatore è stato un onore, un’emozione continua, ma anche una grande sfida con me stesso.»

E in questa sfida hai scelto di avere accanto tuo padre, Stefano Cannella. Che rapporto c’è oggi tra voi sul campo?

«Ho voluto lui al mio fianco perché è sempre stato il mio mentore, il mio maestro calcistico. È con lui che ho imparato tutto. È vero però che abbiamo due visioni diverse sia del calcio, sia del ruolo dell’allenatore. Ma proprio questo rende il confronto ricco e costruttivo: ci completiamo.»

Nella tua breve carriera hai incontrato allenatori importanti. Chi ti ha lasciato qualcosa di significativo?

«Ho avuto la fortuna di lavorare con mister di grande valore. Ricordo con gratitudine Fresia ai tempi dell’Eccellenza a Pontedecimo, Traverso quando ero al Genoa, e con grande affetto “Tribù”, una figura storica proprio della Fulgor. Ognuno di loro mi ha lasciato un pezzo del mister che sto cercando di diventare».

C’è qualcuno che vuoi ringraziare per la fiducia?

«Assolutamente sì: voglio ringraziare “Lollo” Loria, che ha creduto in me e nel mio modo di lavorare. Per me ha un valore ancora più grande perché è stato un giocatore di mio padre quando lui allenava la Fulgor. È come se un pezzo della nostra storia fosse tornato in campo.»

Guardando avanti, quali sono i tuoi obiettivi?

«Continuare a crescere, imparare, mettermi alla prova. Ma soprattutto trasmettere ai ragazzi il valore del gioco, del rispetto e della passione. Se riuscirò a farli innamorare del calcio come mio padre ha fatto con me, allora avrò raggiunto il mio obiettivo più grande».

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore