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Prima categoria | 12 febbraio 2018, 16:56

Le 200 panchine di Gianni Berogno con lo Sciarborasca: "Giocare al Comunale di Sanremo, che emozione"

Il tecnico gialloblù domenica prossima festeggia le 200 partite da allenatore dei ponentini: "Una ricorrenza importante, fatta di tanti ricordi ed emozioni. L'esordio non fu felice perdemmo 3-1 con l'Olimpia e il presidente Schelotto non era contentissimo, poi..."

Le 200 panchine di Gianni Berogno con lo Sciarborasca: "Giocare al Comunale di Sanremo, che emozione"

Domenica prossima Gianni Berogno festeggia le 200 panchine alla guida dello Sciarborasca. La ricorrenza verrà festeggiata domenica contro il Via Acciaio.

Riviviamo queste 200 panchine col protagonista, cominciando dalla fine, l'ottimo punto ottenuto ieri contro la Caperanese.

"Un ottimo punto ieri sul campo della Caperanese, a cui abbiamo tolto 4 punti su 6 -racconta Berogno- sono un'ottima squadra ma secondo me il campionato lo vincerà l'Isolese per qualità di rosa, anche se il Varazze se fosse partito meglio credo avrebbe potuto darle fastidio".

Lo Sciarborasca ci aveva abituato a campionati sorprendenti, quest'anno invece è tornata nei ranghi...

"Quest'anno c'è un po' di sofferenza, ma credo che questa sia la nostra dimensione, era strano quando lottavamo per i playoff. Principalmente abbiamo pagato la rosa ristretta, e le assenze di giocatori cardine come Dell'Innocenti tre mesi fuori, Aloe due mesi fuori, perni difficilmente sostituibili. L'anno scorso poi tiravi una ciabattata ed entrava, quest'anno facciamo un po' fatica a fare gol..."

Gianni, facciamo un passo indietro. Ti ricordi la tua prima panchina di queste 200?

"Certo, la prima a Bogliasco abbiamo perso 3-1, in Terza contro l'Olimpia. Il presidente Schelotto mi aveva chiesto se volevo allenare perchè lo Sciarborasca era rimasto senza allenatore e sapeva che io avrei studiato per farlo. Dopo quella partita Schelotto e il ds mi dissero "dobbiamo parlare", e a fine gare il presidente mi disse "io vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, quest'anno non vedo neanche il bicchiere". Insomma, l'inizio non fu dei più incoraggianti".

La partita migliore di queste 200?

"Ce ne sono tante, fra cui la vittoria dell'anno scorso contro l'Arenzano, forse il picco più alto nella storia dello Sciarborasca, il successo con il Cogoleto in Coppa quest'anno, la vittoria contro l'Isolese ai playoff al 119' su rigore..."

E la più brutta?

"Due anni fa contro la Nuova Oregina, vincevamo 2-0 e abbiamo perso 3-2".

Il giocatore che ti ha lasciato qualcosa di più in termini di attaccamento?

"Quelli che sono dal primo anno con me, ovvero Geltrudini, Fancello, Comito, Parodi, hanno fatto sette anni con me. Ma poi sembrano frasi fatte, ma ognuno ti lascia qualcosa..."

Il più forte che hai allenato?

"Il più forte di tutti è stato Minardi, a livello tecnico nessuno come lui".

Quello che ti ha lasciato più rimpianti?

"Un rimpianto è per Reina, purtroppo non ha trovato lo spazio giusto, quando uno non si esprime come vorrebbe ti spiace sempre".

Qual è il tipo di giocatore ideale per te?

"Il giocatore ideale è quello affidabile, non quello forte che ti fa vincere le partite, ma quello di cui ti puoi fidare dal punto di vista mentale, fisico e tecnico".

Il ricordo più bello che hai?

"Aneddoti ce ne sono tanti, il migliore forse è legato all'annata più brutta dello Sciarborasca, l'anno della retrocessione dalla Prima A. Giocare Sanremese-Sciarborasca e vincere a Sanremo, giocare dentro uno stadio vero, è stato davvero emozionante".

PDP

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