Stefano Compagnoni, in 27 anni di presidenza un pensierino alla C non lo ha mai fatto?
“Guardi, ho grande stima per Stefano Risaliti e per quello che è riuscito a fare, ma questo è il massimo che poteva fare il Sestri. Cosi come per la Lavagnese il massimo che si può fare è mantenersi con regolarità in Serie D. Qualche anno fa si poteva tentare il salto, adesso è praticamente impossibile con tutte le difficoltà che ci sono. Noi non abbiamo una amministrazione che ci dà una mano, a Sestri l’hanno avuta, e ora Risaliti affittando il campo al Bra potrà parzialmente rientrare dalle spese avute in C nel primo anno”.
Da più di un quarto di secolo al timone della Lavagnese, sente più il peso addosso o l’orgoglio?
“Ventitreesimo anno di D, tutti sotto la mia presidenza, 27 anni in totale considerando i primi campionati vinti dalla Prima all’Eccellenza e il breve passaggio in Eccellenza di due anni fa. Il peso non lo sento, specie adesso che Nicolini e Croci mi danno una grossa mano, io dò solo qualche consiglio ma ora fanno tutto loro, e io mi dedico maggiormente all’azienda”.
Che girone si aspetta quest’anno?
“Sarà un anno con molte squadre forti… Ho visto l’Imperia giocare a Lavagna e mi è sembrata davvero una bella squadra che ha messo sotto il Celle… Mi dicono di una Biellese molto forte… Il Ligorna più o meno è come noi, in Coppa meritavamo di vincere… Il Vado? Ha speso un patrimonio, credo siano i più forti”.
E la Lavagnese che obiettivi si è data?
“Intanto abbiamo scelto un tecnico giovane e preparato come Ranieri che conosce bene l’ambiente, ha fatto bene con la Juniores nazionale, e ha Avellino che come secondo è una sicurezza. Sono rimasto scottato da quegli allenatori che ti danno la parola e poi la cambiano. Con Ranieri vado sul sicuro. L’obiettivo sarà la salvezza, visto che parecchie squadre si sono rafforzate. Il girone a 18 squadre vedrà meno impegni meno partite, però le retrocessioni sono sempre 4 e c’è meno margine per salvarsi”.
Cosa vuol dire essere presidente a Lavagna da 27 anni?
“La Lavagnese è una passione. Io sono nato a Lavagna, a Lavagna ci ho giocato, poi l’ho sempre seguita da tifoso. Ho fatto il presidente ai Sestieri poi quando mi hanno chiesto di salire al timone della Lavagnese non ho potuto dire di no. E’ stata dura tener botta tutti questi anni, di cui 23 in D, ma devo dire che abbiamo rischiato poco. Soltanto un anno siamo retrocessi ma non è dipeso solo noi, non potevamo fare mercato per la questione Spezia e siamo stati penalizzati. Fra l’altro dopo 8 anni hanno assolto tutti, ma noi ci abbiamo rimesso quell’anno con la retrocessione. Forse però è stato un bene, perché dopo la retrocessione ci siamo ristrutturati. Giacomo Nicolini e Andrea Croci hanno preso in mano la società, con il settore giovanile hanno fatto un grandissimo lavoro. E oggi è un orgoglio poter schierare in prima squadra alcuni dei nostri ragazzi”.
Alla squadra cosa chiede?
“Non ho richieste particolari da fare. Chiedo solo di comportarsi bene sul campo, e accettare anche la cattiva sorte o certi arbitraggi sfavorevoli. Non credo alla malafede, il livello arbitrale in D non è altissimo, però dobbiamo adeguarci e chiedo massimo rispetto per arbitri e avversari. Quello che mi dà maggiormente fastidio però è il fatto che gli assistenti non sono per niente di aiuto ai direttore di gara…”.