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Serie D | 03 settembre 2025, 23:40

SERIE D AL VIA Intervista a Stefano Risaliti

Il patron del Sestri Levante in questa lunga chiacchierata parla dell'avventura in Serie C e del ritorno nella categoria che ha visto protagonisti i Corsari tre stagioni fa

SERIE D AL VIA Intervista a Stefano Risaliti

Stefano Risalti, si torna in D dopo due anni intensi di Serie C. Che bilancio farebbe di questa avventura?

“Calcisticamente parlando direi un’esperienza affascinante che ci ha permesso di misurarci con realtà fino a poco tempo fa viste solo in televisione o a Marassi. Scendere in campo al Curi di Perugia, al Mazza di Ferrara o al Del Duca di Ascoli sono cose che ricorderemo per sempre, per me probabilmente irripetibili, per qualcuno che subentrerà al mio posto chissà. Finanziariamente parlando, un’esperienza un po’ meno divertente…”.

Avete però dimostrato che anche a Sestri si può fare la C:

“Ora che c’è un campo omologato, anche se con limitazioni e con costi esagerati che sei obbligato a sostenere, l’avventura farebbe un po’ meno paura. Certo avere un campo con tanti spettatori è un conto, avere un campo come il nostro che al massimo può ospitare 600 spettatori avversari e 1000 locali  è un altro. Incassi più di tanto non ne fai. Tuttavia il Sivori ha dimostrato di essere un campo nella sua semplicità molto accogliente. Insomma la Serie C potrebbe essere anche riprogrammata, ma con un unione di forze che purtroppo a Sestri non è realizzabile, con soli 16 mila abitanti e 3 realtà limitrofe come la nostra, il Casarza e il Rivasamba in cui si raccolgono i pochi imprenditori della zona, con 3 settori giovanili differenti che non permettono di alzare l’asticella della qualità. Mettiamoci in più gli sponsor divisi in 3, i dirigenti divisi in 3  si spiegano i nostri limiti”.

Mi sta dicendo che con una ipotetica fusione si potrebbe puntare in alto?

“A Sestri con una squadra sola fra quelle elencate potresti tranquillamente fare la C, considerata anche la presenza di un pubblico competente e sempre presente. Ma ahimè c’è troppa dispersione di forze economiche, o c’è il magnate di turno che provvede da solo o diventa difficile scontrarsi con realtà che hanno fatto la serie A. Se penso che siamo andati a un passo dal derby con la Sampdoria, una società che ha 30 mila spettatori in casa, tutto diventa difficile. Negli ultimi 3 mesi della passata stagione ho cercato di vedere se si poteva far qualcosa, ci sono state riunioni con il Sindaco però come si suol dire pensare a una fusione è stato come  “pestare l’acqua nel mortaio”. Ci sono troppi campanilismi che certe persone non riescono a superare. Se non unisci le forze è difficile fare calcio a certi livelli, poi per carità c’è modo di divertirsi anche in Eccellenza e Promozione e ognuno è libero di fare come vuole. Noi abbiamo dimostrato che anche da soli si può fare la C grazie a una dirigenza, permettimi…”competente” di calcio che ci ha aiutato a sopperire alle esigenze economiche che questa categoria presenta. 

E se vi foste salvati?

"Se ci fossimo salvati, da uomo di sport quale sono, mi sarei comunque iscritto e poi sbattuto in mille modi per trovare aiuti anche fuori da Sestri. Non dimentichiamo che nei due anni di serie C ho ricevuto aiuti anche da realtà imprenditoriali fuori dall’ambito di Sestri che mi hanno permesso di affrontare la categoria. Il primo anno ce l’abbiamo fatta, l’anno dopo no, ma a tre minuti dalla fine dei playout eravamo salvi, e se non annullano quel gol regolare a Cominetti oggi saremmo ancora in C. Il paradosso è che abbiamo perso con una squadra fallita che ora è in Eccellenza”.

Paradossalmente il Sestri si è salvato il primo anno quando ha giocato lontano dal Sivori...

“Il primo anno di serie C , dopo aver vinto la serie D con una squadra molto forte e un allenatore molto in gamba come Barilari, abbiamo sfruttato l’entusiasmo, è stata una spinta morale enorme che ha sopperito alla mancanza del Sivori. Il secondo anno è stato più difficile, molti giocatori hanno avuto un mercato importante e se ne sono andati, abbiamo rifatto la squadra ma non è stato facile… E comunque secondo me la squadra era all’altezza nonostante le perplessità degli addetti ai lavori… Tanto è vero che i nostri ex oggi giocano titolari in serie C ritagliandosi uno spazio importante”.

Adesso il Sestri come si cala nella realtà della serie D?

“Il Sestri riparte innanzitutto dall’allenatore, Alberto Ruvo, che l’anno scorso ha fatto bene da subentrato in C arrivando a un soffio dalla salvezza. Un allenatore esperto, senza fronzoli, con le idee chiare, che sa trasmettere i suoi concetti di un calcio pragmatico e redditizio… Abbiamo mantenuto un asse centrale, con Pane dietro, Raggio Garibaldi in mezzo, Cominetti davanti, a cui abbiamo aggiunto diversi giovani della nostra Primavera, abbiamo preso poi qualche altro giovane bravo e qualche giocatore sempre giovane ma già affermato come Salducco 2003 e Cattaneo 2002. Ora è arrivato anche il 2001 Klimavicius, attaccante lituano che cerca rilancio nei professionisti in Italia. Ci caliamo con umiltà in una realtà che conosciamo bene. Dopo la retrocessione, posso garantire che i ragazzi si stanno impegnando tantissimo, sono tenuti sulla corda dall’allenatore, ci sono tanti nuovi quindi non c’è un problema di “depressione” post retrocessione. Spero superino questa depressione i nostri tifosi, perché un tifo del genere in D non ce l’ha nessuno e questo deve essere sempre la nostra forza. Credo potremo fare un buon campionato, il girone è intrigante con tante liguri e tanti derby”.

Chi vincerà?

“Questo è il periodo dei pronostici, vedendo la rosa del Vado non si può negare che sia nettamente più forte in tutti i reparti. Però vincere non è facile in nessuna categoria, ricordo che l’anno in cui abbiamo vinto noi la favorita era la Sanremese”.

I suoi colleghi indicano Risaliti come l’arma in più del Sestri, un presidente cosi competente non ce l’ha nessuno:

“I complimenti dei colleghi fanno piacere, spero non mi prendano in giro… Ho la mia età e ne ho viste di tutti i colori in 50 anni di calcio, 20 anni calciatore, 20 anni allenatore, tra poco andrò per i 20 anni da dirigente. In questi anni abbiamo sopperito con un po’ di competenza alle difficoltà economiche, io e Vittorio Raffo mio grande amico e partner fidato un po’ di calcio lo mastichiamo. Sicuramente sono uno dei più esperti, se dicono che sono anche competente e sono sinceri la cosa mi fa enormemente piacere”.

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